Acrilico per Unghie: che Cos’è e Perché molte Aziende lo Definiscono Cancerogeno

Il falso mito riguardo la dannosità di questo prodotto è stato diffuso molti anni fa da varie aziende.
Per un motivo o per un altro non producevano l’acrilico e pertanto scoraggiavano le onicotecniche più inconsapevoli divulgando false informazioni riguardo la sua pericolosità.
L’elemento tanto discusso è chiamato MMA – Metilmetacrilato che in effetti era uno dei componenti presenti nei primi acrilici in commercio.
Questo elemento non era tossico ma causava scolorimento e rendeva la ricostruzione molto dura e rigida pertanto venne eliminato dalla composizione chimica dei prodotti per unghie.
Ma vediamo insieme come si compone questo prodotto, cosa occorre per realizzarlo e le principali accortezze da prendere in considerazione.

Innanzitutto partiamo dalla composizione chimica:
l’acrilico per unghie è composto da due elementi:
- il monomero – la parte liquida
- il polimero – la polvere
Unendo questi due elementi si ottiene una miscela che a differenza del gel è autoindurente e non ha quindi bisogno dei raggi UV e della lampada per asciugare.
Quando il liquido e la polvere si uniscono bastano pochi minuti per ottenere una catalizzazione parziale che ci permette di intervenire poi con la fase di limatura. L’elemento che permette tutto ciò è il polimero BPO – Perossido di Benzoile.
Il BPO è utilizzato anche in altri settori della cosmetica, nell’acrilico la sua percentuale varia dallo 0,4% al 2% a seconda dell’azienda produttrice.
In base alla quantità di BPO la polimerizzazione cambia e quindi meno BPO è uguale ad una polimerizzazione più scarsa e viceversa più BPO è presente maggiore sarà l’asciugatura.
Questo dato è molto importante perché la fase nel quale l’acrilico asciuga è estremamente rilevante al fine di garantire un’ottima resa del prodotto.
Se non asciuga abbastanza o asciuga troppo non si otterranno risultati adeguati.
Attenzione quindi a non utilizzare mai monomeri e polveri di aziende differenti perché il mix tra i legami chimici è variabile e un liquido che va bene con la sua polvere non andrà altrettanto bene con quella di un’azienda differente.
I legami chimici vengono studiati, provati e riprovati e i risultati possono essere garantiti solo utilizzando i protocolli forniti dall’azienda produttrice.
A differenza del gel l’acrilico va modulato e composto direttamente in salone di volta in volta perché non è un prodotto pronto all’uso.
E’ fondamentale per una buona riuscita del trattamento sapere la giusta mix ratio tra liquido e polvere.
La miscela perfetta per ogni ‘pallina’ di acrilico di compone di 1 parte di polvere più 1 parte e mezza di liquido.
In questo modo idealmente si crea una pallina nè troppo bagnata nè troppo asciutta che si lavorerà più facilmente.
Utilizzare un prodotto troppo bagnato o troppo asciutto causa problemi nella fase di asciugatura non garantendo risultati ottimali.
La fase della polimerizzazione è molto delicata, basta una corrente d’aria o uno sbalzo di temperatura per creare microlesioni nella struttura.
Si consiglia quindi di lavorare sempre in ambienti arieggiati ma con una temperatura stabile.

Un altro elemento fondamentale è il pennello che deve essere di qualità e della giusta dimensione, nè troppo piccolo nè troppo grande per consentire di lavorare agevolmente su tutte le unghie.
Gioca un ruolo importante la tua esperienza: all’inizio è più opportuno utilizzarne uno non molto grande per non raccogliere troppo monomero creando quindi una ‘pallina’ eccessivamente bagnata.
Più dimestichezza acquisisci più puoi giocare con la grandezza del pennello che ti permette di lavorare più velocemente.
Solitamente il modello più gettonato è il Kolinsky in setole naturali.
L’acrilico è un prodotto molto amato da tutte le onicotecniche del mondo per la sua modellabilità e stabilità, è assurdo pensare che ancora oggi ci siano aziende che remano contro questa tecnica divulgando false informazioni su questo prodotto a puro scopo di marketing.
Il problema è estremamente grave: molte tecniche si fidano ciecamente delle proprie aziende e questo spesso le rende inconsapevoli riguardo tematiche come questa.
Divulgare notizie false porta solo a creare migliaia di onicotecniche insoddisfatte perché non riescono a trarre il meglio da questa professione.Un’iniezione di ottimismo se vogliamo.
Credo che sia arrivato il momento di dire basta a questa falsa propaganda che va solo a discapito di noi tecniche che con tanta fatica e tanto sudore cerchiamo ogni giorno di lavorare al meglio delle nostre possibilità.
E’ assurdo pensare che le aziende possano mentirci su temi importanti come questo, se lo fanno così spudoratamente chi ci dice che non ci mentano anche su altro?
Come possiamo essere sicure di ciò che ci propongono visto che il loro unico obiettivo è vendere i loro servizi?
A mio parere non si può.
Ogni onicotecnica al giorno d’oggi deve confrontarsi con questa triste realtà in modo da diventare competente, consapevole, completa e soprattutto autonoma.
La falsa propaganda porta a due risultati:
- a causa delle informazioni sbagliate ricevute dalle aziende le onicotecniche stesse divulgano le false credenze alle clienti che non si fideranno più di un metodo o di un trattamento. La clientela oggigiorno è molto sensibile rispetto a come investe i propri soldi e tende a ricercare quante più informazioni possibili online. Scoprendo che ciò che ha sentito dalla sua tecnica di fiducia è sbagliato non si fiderà più di lei e probabilmente l’intera categoria professionale ne risentirà a discapito di tutte le tecniche in circolazione.
- visto che le aziende hanno mentito sull’acrilico allora mentono anche su altro. Pensa al 99% dei corsi tecnici in circolazione che garantiscono risultati impeccabili con poche ore di insegnamento. Questo è impossibile ma ogni onicotecnica che inizia questo percorso ci crede e investe fior di quattrini in corsi brevi e incompleti che probabilmente non garantiranno nulla.
Il punto è che è difficile fidarsi di brand che hanno come unico scopo la rivendita.
Mentre sappiamo benissimo che per essere onicotecniche complete non basta essere brave nei trattamenti ma bisogna anche offrire un servizio diverso e unico, bisogna sapersi rapportare con la clientela, bisogna fidelizzare…
Non basta essere onicotecniche, è troppo riduttivo come termine.
Quasi certamente questo bastava 5 o 6 anni fa quando la concorrenza non era spietata come oggi…
Ora bisogna essere delle Consulenti Nail per riuscire ad emergere dalla massa di improvvisate e tutorialine.
Solo acquisendo altre competenze sarà possibile far fruttare i nostri sforzi e le nostre fatiche.
Io posso aiutarti in questo perché ci sono passata e sono stata sull’orlo di chiudere il mio centro più e più volte a causa delle mie carenze.
Per questo motivo ho fondato Obiettivo Onicotecnica, perché non ne potevo più di vedere le mie colleghe insoddisfatte.
Io conosco tutte le falle all’interno delle aziende perché sono stata trainer per i brand più importanti a livello internazionale partecipando a fiere, congressi e insegnando a centinaia di studentesse seguendo i protocolli delle aziende che rappresentavo.
Protocolli che miravano ad una cosa cosa… indovina a cosa mi riferisco?… Vendere.
Questa è la dura verità.
Ora sta a te scegliere da che parte stare…
Se vuoi continuare a fidarti di chi ti mente con l’unico scopo di spillarti dei soldi fai pure…
Ma se invece sei stanca di tutto questo, sei stanca di non riuscire a lavorare come speravi, stanca di non riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi, stanca di arrivare a fine giornata insoddisfatta…io posso aiutarti.
E posso farlo ora, in questo momento, totalmente gratis.
Ho infatti preparato un PDF che contiene tre delle mie strategie preferite per iniziare a guardare questo lavoro con un’ottica nuova.
Buona lettura e buona lavoro Guerriera,
Consuelo
I tre principi fondamentali per essere venerata dalle tue clienti
scopri come farti apprezzare dalla tua clientela e lavorare con più serenità
Credits
copertina: ® Photo by Kate Hliznitsova on Unsplash
prima foto: ® Photo by Alex Kondratieon Unsplash
seconda foto: ® Photo by Lazarevmaru Unsplash