Come se fossi nata per fare questo mestiere io mi sentivo a mio agio, il fatto di poterlo fare secondo le mie regole poi era un qualcosa di impagabile.
Ma andando indietro nei ricordi è vivida la storia di mia nonna, giovane e bellissima donna scappata da ragazzina dalla Sardegna per trovare fortuna a Roma nel periodo post guerra dove la voglia di stare e sentirsi bene era necessaria…
Si ritrovò a fare la Manicurista in uno dei saloni di acconciature più importanti di Roma. Serviva le mogli dei registi, le donne più abbienti e a quanto pare era davvero brava nel suo lavoro.
Immagino di aver ereditato da lei questa passione, me l’ha trasmessa nel sangue…
I momenti nei quali mi prendevo cura delle sue mani stendendole lo smalto stretto come piaceva a lei erano momenti di puro amore, momenti nei quali ero totalmente assorta e concentrata per vedere poi il suo volto compiaciuto per il lavoro appena svolto.
Ci sono stati tanti di quei momenti, io sono cresciuta con mia nonna, perché la mia famiglia decise di separarsi quando avevo solo 6 anni e mia mamma non essendo indipendente economicamente dovette tornare in casa della sua famiglia d’origine.
Mia nonna, mia madre e mio zio erano il mio nucleo familiare.
All’epoca andava bene, volevo solo vedere mia mamma felice e non sentire più urla e litigi, ma ho sempre osservato la fatica di mia nonna nel mandare avanti la baracca, una madre troppo spesso assente che cercava la sua sicurezza nell’altro sesso e i conti che quasi mai quadravano.
Sicuramente pochi ricordi in cui si stava tutti insieme felici e appagati, pochi ricordi in cui una ragazzina spensierata si godeva l’adolescenza.
Momenti indelebili che mi hanno portata a 15 anni ad abbandonare gli studi e cercarmi un lavoro.
Assaporato il sapore dell’indipendenza non tornai più indietro e una volta scoperto questo potere a 17 anni andai via di casa.
Ero una ragazzina estremamente arrabbiata e decisa ad andare contro tutto e tutti pur di prendermi ciò che fino a quel momento mi era stato negato.
Crescendo ho capito che volevo sì essere autonoma, ma volevo anche farlo alle mie regole, essendo totalmente padrona di me stessa e libera di decidere per me.
Volevo molto di più, volevo essere libera in tutti i sensi a costo di affrontare le difficoltà di avviare un’attività in proprio senza esperienza, non poteva essere più difficile di quello che avevo già affrontato, volevo essere la donna indipendente che mia madre non era stata e non volevo fare fatica a mettere insieme il pranzo con la cena come mia nonna aveva fatto per anni.
A 24 anni decisi di aprire il mio Nail center dopo aver effettuato vari corsi e aver lavorato in un paio di altri centri.
Io e la mia socia ci battemmo per ottenere i finanziamenti che ci servivano e alla fine ecco che Nail lab prese vita.

Ma qualcosa mancava all’appello, e la riprova era il fatto che la mia attività non andava bene come desideravo.
La mia socia decise di non far parte più delle squadra, ero sola, con due figli, un salone da gestire ed un’idea enorme da sfruttare…
Tornavo a casa distrutta la sera, le mie clienti mi davano filo da torcere e ogni giorno c’era una nuova discussione, un nuovo problema…
Ero così stressata che cacciavo via le mie clienti urlandogli contro mentre piangevo disperata…
Dovevo cambiare qualcosa e dovevo farlo subito altrimenti Nail lab avrebbe chiuso.
Mi rimisi a studiare e capii che ciò che mi mancava era il saper gestire al meglio le mie clienti, saper gestire i loro ritardi, sapermi organizzare e scindere la vita privata da quella professionale.
Dovevo essere non perfetta ma unica nel mio lavoro arrivando ad essere percepita come una professionista e quindi farmi pagare per ciò che reputavo corretto.
Loro dovevano fidarsi di me, innescare un passaparola positivo e generare automaticamente nuove clienti.
Da questa scoperta tutto prese nuovamente vita.
Dovevo migliorare le relazioni, dovevo puntare gli occhi su me stessa e non più solo sulla tecnica perché quella potevano apprenderla tutte.
Insomma, raggiungere davvero i propri obiettivi non era una cosa da tutte…
Obiettivo si modificò su questo fronte, non era più un corso tecnico ma un corso nel quale lo scopo era dominare questa professione.
Le mie clienti diventarono sempre migliori perché avevo imparato come gestirle e come offrire loro qualcosa di unico che nessun altro faceva.
Ero diventata una donna e una professionista migliore.
Le mie studentesse prima in difficoltà decisero di affidarsi nuovamente alla mia sapienza e capire come poteva essere possibile lavorare senza essere stressate, arrabbiate e in difficoltà, come essere percepite delle leader e non più solo come delle semplici esecutrici.
Questa sensazione di gratitudine stampata sul volto delle mie colleghe e ancora di più sul volto delle mie clienti è la benzina che mi permette di andare avanti in questo ma importante progetto.
Essere autonome, indipendenti e delle vere guerriere è il mio Obiettivo, elevare questa professione e non essere più l’ultima ruota del carro, ma delle professioniste in grado di consigliare, eseguire un trattamento e far vivere un’esperienza unica alle proprie clienti.
Tutto questo fa parte di Obiettivo Onicotecnica.ALL EDUMA, ALL THE TIME
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